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L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?

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L’acqua è una risorsa essenziale per la vita e per la salute, ma anche una fonte di molte fake news, ovvero notizie false o infondate che circolano sul web e sui social media riguardo le proprietà e gli effetti dell’acqua che beviamo. Una di queste riguarda la presunta correlazione tra l’acqua del rubinetto e la formazione dei calcoli renali, ovvero delle aggregazioni di sali minerali che si depositano nelle vie urinarie e che possono causare dolore, infezioni e ostruzioni. In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza su questo argomento, basandoci su fonti scientifiche e affidabili.

Cos’è l’acqua del rubinetto e come viene controllata

L’acqua del rubinetto, o acqua potabile, è l’acqua che arriva nelle nostre case attraverso la rete idrica pubblica e che possiamo bere senza bisogno di ulteriori trattamenti. Si tratta di un’acqua che proviene da diverse fonti, come fiumi, laghi, falde acquifere o acquedotti, e che viene sottoposta a processi di potabilizzazione, ovvero di purificazione e disinfezione, per renderla idonea al consumo umano.

L’acqua del rubinetto è costantemente monitorata e controllata da enti pubblici, che ne verificano la conformità ai parametri di qualità stabiliti dalla legge. Questi parametri riguardano le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche dell’acqua, come il colore, l’odore, il sapore, il pH, la durezza, il residuo fisso, la presenza di metalli, di nitrati, di cloro, di batteri e di altri elementi potenzialmente nocivi. L’acqua del rubinetto deve essere limpida, inodore, insapore, incolore e innocua, ovvero priva di microrganismi patogeni e sostanze chimiche dannose per l’uomo.

L’acqua del rubinetto e i calcoli renali: una falsa correlazione

Una delle fake news alimentare più diffuse riguarda la presunta correlazione tra l’acqua del rubinetto e la formazione dei calcoli renali. Secondo questa credenza, l’acqua del rubinetto sarebbe troppo dura, ovvero ricca di sali di calcio e magnesio, e questo favorirebbe il deposito di questi minerali nelle vie urinarie, provocando la calcolosi. In realtà, si tratta di una falsa convinzione, smentita da numerosi studi scientifici e da fonti autorevoli, come l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Veronesi.

La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca un aumento di calcoli renali, anzi, può avere un effetto protettivo, in quanto il calcio si lega all’ossalato, il principale componente dei calcoli, e ne riduce l’assorbimento intestinale. Al contrario, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di calcolosi, in quanto favorisce l’accumulo di ossalato nelle urine. Il calcio è un elemento essenziale per la nostra salute e la sua assunzione non va ridotta, a meno che non sia un medico a prescriverlo.

Per prevenire i calcoli renali, invece, ciò che conta di più è la quantità totale di liquidi che si assumono nell’arco della giornata, quantità che dovrà essere adeguata a consentire una corretta diluizione delle urine. Per questo motivo, in presenza di un’abbondante sudorazione come avviene ad esempio nei mesi estivi o in caso di un’intensa attività fisica, la quantità di liquidi da assumere dovrà essere maggiore per compensare i liquidi persi, prevenire la concentrazione delle urine e quindi la formazione di calcoli. La diluizione e l’aumento del flusso dell’urina aiuta certamente a ridurre la formazione dei cristalli di sali, che vengono così più facilmente espulsi prima che le loro dimensioni possano esser tali da creare problemi al loro passaggio nelle le vie urinarie.

Ciò che mangiamo può contribuire anch’esso alla formazione di calcoli. Sono considerati fattori di rischio, in particolare, l’eccessivo consumo di sale (cloruro di sodio) e di proteine animali. Una dieta equilibrata, con poche proteine animali e a ridotto contenuto di sodio ma a normale contenuto di calcio, svolge quindi un ruolo protettivo per l’organismo.

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Come riconoscere e curare i calcoli renali

I calcoli renali sono delle piccole aggregazioni di sali minerali che si formano lungo il decorso delle vie urinarie, ovvero i reni, gli ureteri, la vescica e l’uretra. Possono avere dimensioni, forma e composizione diverse, a seconda dei minerali che li costituiscono. I più comuni sono quelli di ossalato di calcio, ma esistono anche quelli di fosfato di calcio, di acido urico, di cistina e di struvite.

I calcoli renali possono essere asintomatici, se sono di piccole dimensioni e non ostruiscono il flusso urinario, oppure possono causare sintomi molto fastidiosi e dolorosi, se si spostano lungo le vie urinarie e le irritano o le bloccano. I sintomi più frequenti sono:

  • Colica renale: un dolore intenso e improvviso nella zona lombare, che può irradiarsi verso l’addome, l’inguine e i genitali. Il dolore può essere intermittente o continuo, e può essere accompagnato da nausea, vomito, sudorazione e pallore.
  • Ematuria: la presenza di sangue nelle urine, che possono assumere un colore rosso, rosa o marrone. L’ematuria può essere dovuta alla lesione delle vie urinarie causata dal passaggio dei calcoli.
  • Disuria: la difficoltà o il bruciore a urinare, che può essere dovuto all’infiammazione o all’ostruzione delle vie urinarie causata dai calcoli.
  • Poliuria: l’aumento della frequenza e della quantità di urina, che può essere dovuto alla stimolazione delle vie urinarie causata dai calcoli.
  • Febbre e brividi: la presenza di febbre e brividi, che può indicare una complicazione infettiva delle vie urinarie causata dai calcoli.

Il trattamento dei calcoli renali dipende dalle caratteristiche dei calcoli e dai sintomi del paziente. In molti casi, i calcoli possono essere eliminati spontaneamente con l’urina, bevendo molta acqua e assumendo degli antidolorifici. In altri casi, invece, i calcoli possono richiedere un intervento medico, che può consistere in:

  • Litotrissia extracorporea: una tecnica non invasiva che usa delle onde d’urto per frantumare i calcoli in frammenti più piccoli, che possono essere espulsi con l’urina.
  • Ureteroscopia: una tecnica endoscopica che usa un sottile tubo flessibile con una telecamera e un laser per raggiungere i calcoli attraverso l’uretra e la vescica e per rimuoverli o frantumarli.
  • Nefrolitotomia percutanea: una tecnica chirurgica che usa un piccolo taglio nella schiena per raggiungere i calcoli attraverso il rene e per rimuoverli o frantumarli.

Acqua del rubinetto e calcoli renali, in breve

In conclusione, l’acqua del rubinetto non fa venire i calcoli renali, anzi, bere molta acqua è uno dei modi migliori per prevenirli e curarli. L’acqua del rubinetto è un’acqua sicura e controllata, che non ha effetti negativi sulla salute dei nostri reni. I calcoli renali sono causati da altri fattori, come la dieta, il metabolismo, le infezioni o le anomalie anatomiche. Per riconoscere e trattare i calcoli renali, è importante consultare il medico e seguire le sue indicazioni.

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