
La dieta vegana è una scelta intrapresa da sempre più persone, in cerca di una vita più salutare e rispettosa verso gli animali. Nonostante possa sembrare complesso fare a meno di alcuni dei cibi che siamo abituati a mangiare, dal semplice latte fino alle uova, in realtà, ormai le aziende sono sempre più attente alla questione proponendo un’alternativa vegan ai classici prodotti che tutti conosciamo.
Seppur escludere ogni derivato animale dalla propria dieta possa sembrare cosa da poco, non è affatto così. Le sostanze di origine animale si nascondono ovunque e in prodotti insospettabili, persino nelle caramelle gommose. Magari leggendo gli ingredienti di qualcosa abbiamo trovato “Carminio” come colorante, oppure “sego”, ma anche “acido stearico”, sarebbe facile pensare che nulla abbiano a che fare con gli animali, quando in realtà non è così.
In altri casi, invece, per via dei bassissimi contenuti (o residui) di sostanze di origine animale i produttori non sono tenuti ad indicarli sull’etichetta, rendendo pressoché impossibile scoprirlo.
Scopriamo insieme 10 cibi e oggetti comuni che sono insospettabilmente non vegani.
Caramelle gommose
Buonissime, coloratissime, adorate dai bambini ma anche dagli adulti. Le caramelle gommose sul mercato sono tantissime, dagli orsetti alle bottigliette, alcune sono cavalli di battaglia di aziende dolciarie. Ciò che le rende uniche è la gommosità ottenuta tramite la gelatina, ingrediente principale dei piccoli dolciumi. È qui che bisogna stare attenti, quella gelatina è spesso di origine non vegetale, ricavata da ossa, tessuto connettivo e organi animali.

Alimenti rosso carminio
È possibile che le caramelle gommose siano già state escluse dalla dieta e sostituite con altre tipologie. Quelle rosse lucide, in particolar modo, sembrano chiamare a gran voce dallo scaffale. Occhio, però, il colorante rosse lucido segnato come carminio, cocciniglia o E120 viene estratto proprio dalle femmine di cocciniglia, un insetto.
Attenzione quindi anche a yogurt, bibite e ogni cibo rosso acceso.

Chewing gum
Che sia un’abitudine, uno sfogo per la tensione o un modo per mantenere fresco l’alito i chewing-gum in commercio potrebbero nascondere brutte sorprese. Molte aziende usano gelatina, come per le caramelle gommose, ma è facile trovare dentro anche acido stearico o lanolina (questa, in particolar modo, deriva dal vello delle pecore).

Birra
Una buona birra fresca è irrinunciabile, ed è l’accompagnamento perfetto ad una pizzata con gli amici, o la sera in un pub. Esistono però delle tipologie di birra che vengono trattate con acidi lattici, di origine animale oppure vengono chiarificate con sostanze derivanti dal pesce. Inoltre, le spesso esigue quantità di questi ingredienti permettono alle aziende di escluderli dall’etichetta.

Succo d’arancia
Quando si inizia una dieta vegana o vegetariana sembra chiaro che frutta e verdura saranno gli alleati migliori in praticamente ogni occasione. Durante la spesa, però, bisogna adattarsi ad acquistare frutta di stagione o accontentarsi di prodotti industriali come succhi o spremute.
Tutti abbiamo presente la scritta “Ricca d’OMEGA-3” sul cartone di spremuta d’arancia, e magari l’abbiamo acquistata anche per quello. L’origine dell’omega-3, però, è spesso il pesce.

Pesto
Pinoli e basilico sono alla base del pesto. Alimento apparentemente perfetto per una dieta vegana. Eppure, e spesso viene ignorato, all’interno del pesto potrebbero esserci formaggi. Sembra inutile sottolineare come i formaggi non siano prodotti vegani, derivando dal latte, vaccino o pecorino che sia.

Non solo gli alimenti
Non è solo l’industria alimentare a ricorrere massivamente a prodotti di origine animale, ma anche quella della cosmesi, le aziende farmaceutiche e le aziende di abbigliamento. Infatti, esistono molti oggetti di uso comune che insospettabilmente non sono vegani. Si tratta di cose che adoperiamo tutti i giorni: dalla biancheria intima all’inchiostro.

Smalti e cosmetici
In questo caso dipende molto dal produttore, ma il dibattito sul fatto che i cosmetici siano o meno vegan è sempre abbastanza animato. Oltre al fatto che siano vegani bisognerebbe soprattutto accertarsi che siano cruelty-free (le due cose sono anche strettamente collegate), e che non prevedano sperimentazione sugli animali.
Per gli smalti, per esempio, si potrebbe ricorrere a coloranti derivati da coleotteri tritati o squame di pesce, così come altri addensanti animali.

Pennelli e forniture artistiche
È più o meno noto a tutti che i pennelli esistono in due alternative, una sintetica e una animale. La seconda è spesso prodotta con crine di cavallo, o peli animali. Anche la carta per acquarelli potrebbe essere un rischio, spesso viene trattata con gelatina. Gli inchiostri in moltissimi casi derivano dalla seppia, oppure contengono ossa animali carbonizzate.

Farmaci
Purtroppo, in questo caso le alternative sono poche o pressoché inesistenti. Nelle scienze, e in particolar modo nella farmacologia, le sostanze di origine animale sono largamente impiegate. L’efficacia e la necessità di tali sostanze è studiata e certificata, e spesso non è possibile trovarne un’alternativa sintetica. Basti pensare al lattosio o ai fermenti lattici, entrambi di origine animale.

Biancheria intima
Anche in questo caso, come per smalti e cosmetici, dipende esclusivamente dal produttore della biancheria. La seta potrebbe essere infatti ottenuta dallo sfruttamento intensivo dei bachi, o dall’uccisione degli stessi prima che, diventati falene, mangino dall’interno il bozzolo per uscire.
Lo stesso discorso vale, genericamente, per tutta la seta ma fortunatamente la maggior parte delle industrie si sono adeguate ad alternative cruelty-free. Ciò non vale per le pellicce animali.

Se l’articolo ti è piaciuto condividilo con i tuoi amici su Facebook!