
Dopo i due casi delle studentesse uccise dalla meningite è lecito chiedersi se nel nostro paese siamo di fronte a un vero e proprio allarme. Le ragazze, probabilmente colpite dallo stesso ceppo C, a distanza di 4 mesi dall’accaduto, ha spinto L’ATS Metropolitana a vaccinare 140 studenti.
Nessun allarme
Il professor Massimo Andreoni, infettivologo, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali rassicura affermando che i casi saliti ora alla ribalta delle cronache nazionali, non determinerebbero un allarme generalizzato. Infatti, i casi di meningite delle due ragazze decedute sono compresi nella casistica annuale di infezioni nazionali. In Italia, l’andamento di questo virus è costante da molti anni e dal momento che, in Toscana il numero di casi è aumentato, sono state messe in atto profilassi contro la meningite anche per gli adulti. Il vaccino, anche se è in grado di ridurre l’intensità dell’infezione, non dura per sempre; ed è per questo motivo che si sono verificati casi anche in persone sottoposte a vaccinazione.
Come si trasmette
Dall’1 al 10% della popolazione è portatrice sana del virus della meningite e sono loro la principale fonte di contagio. Anche se la scienza non ha ancora definito il motivo per cui in alcuni individui si sviluppa il virus e in altri no, è certo che la meningite non si trasmetta solo da persone malate. Solo una minima parte della popolazione che viene a contatto diretto con il virus si ammala e questo è considerato comunque un episodio molto raro. Quindi com’è possibile la trasmissione? La meningite annidandosi nella gola, si trasmette attraverso i colpi di tosse, gli starnuti e i baci. Ma come spiega il professor Massimo Andreoni, il meningococco non vive per più di pochi minuti al di fuori dall’organismo. Quindi la trasmissione della malattia è comunque più difficoltosa rispetto a un raffreddore o ad un’influenza.
Una scelta intelligente
Se la trasmissione della meningite è molto rara, perché è deciso di vaccinare 140 compagni di corso delle due ragazze decedute? In questo caso si tratta di una misura eccezionale, ma una scelta davvero premurosa. Perchè, secondo il professor Massimo Andreoni, è mirata a proteggere quella fascia di età più soggetta a contrarre la malattia. Inoltre, c’è una netta differenza tra vaccinazione e profilassi antibiotica. Questa andrà somministrata in tempi brevi solo a chi ha avuto strettissimi contatti, in ambienti chiusi, con la persona ammalata. Mentre la vaccinazione serve a proteggere dal contrarre la malattia nel corso della vita.
Vaccini in Italia
Da 10 anni è disponibilie per tutti i bambini italiani il vaccino anti meningococco C. Il vaccino è da effettuare nel corso del 13° mese di vita con due richiami. Inoltre, a partire dai nati nel 2015 alcune Regioni come: la Basilicata, la Puglia, la Toscana, la Sicilia, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia ma non la Lombardia, offrono gratuitamente il vaccino anti meningococco B. Questo vaccino è da somministrare separato dagli altri, in due dosi fra il terzo e il quinto mese. Nel caso la regione non lo passi gratuitamente, si potrà acquistare in farmacia e somministrato anche agli adulti. Indicativamente i costi contro il meningococco B sono di circa 146 euro a dose e quello contro il ceppo C di 70 euro. Ovviamente dovrà essere aggiunto il costo della prestazione medica per inoculare il vaccino.