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Pap test: cos’è, a cosa serve e quando farlo

Pap test: cos’è, a cosa serve e quando farlo

Il pap test è un esame di screening che consente di rilevare la presenza di eventuali lesioni precancerose o cancerose al collo dell’utero, la parte inferiore dell’utero che si apre nella vagina. Il pap test è uno dei principali strumenti di prevenzione del tumore al collo dell’utero, una malattia che colpisce soprattutto le donne tra i 25 e i 64 anni e che è causata dall’infezione da papillomavirus umano (HPV), un virus che si trasmette attraverso i rapporti sessuali.

A cosa serve il pap test?

Il pap test serve a identificare in anticipo le alterazioni delle cellule del collo dell’utero che possono precedere o accompagnare lo sviluppo di un tumore. Queste alterazioni sono chiamate displasie e possono essere di diverso grado, da lieve a grave. Le displasie non sono necessariamente sintomo di cancro, ma possono evolvere in senso maligno se non trattate. Il pap test permette quindi di intervenire tempestivamente con terapie appropriate per eliminare le lesioni precancerose e prevenire il cancro.

Il pap test serve anche a diagnosticare altre condizioni che possono interessare il collo dell’utero, come infezioni batteriche, fungine o virali, infiammazioni o polipi. Queste condizioni possono causare sintomi come perdite vaginali, sanguinamenti anomali o dolore pelvico.

Quando fare il pap test?

Il pap test è raccomandato a tutte le donne sessualmente attive a partire dai 25 anni di età, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno avuto rapporti sessuali con più partner o che abbiano o meno ricevuto il vaccino contro l’HPV. Il pap test va ripetuto ogni tre anni fino ai 64 anni di età, salvo diversa indicazione del medico in base alla storia clinica e ai risultati precedenti.

Il pap test va effettuato anche dopo la menopausa e dopo aver terminato i cicli riproduttivi, in quanto il rischio di cancro al collo dell’utero non si riduce con l’età. Il pap test va sospeso solo dopo i 65 anni di età, se i risultati degli ultimi due esami sono stati negativi e se non ci sono fattori di rischio particolari.

Il pap test va evitato durante il ciclo mestruale, in quanto la presenza di sangue può interferire con l’analisi delle cellule. Il pap test va posticipato anche in caso di infezioni vaginali in corso o dopo aver assunto farmaci locali come ovuli o creme. Inoltre, nei tre giorni precedenti il pap test si consiglia di evitare rapporti sessuali, lavande vaginali e l’uso di spermicidi o diaframmi.

pap test, donna in età fertile

Come capire i risultati del pap test?

I risultati del pap test vengono comunicati entro tre settimane dall’esame. I risultati positivi del pap test vengono classificati secondo una scala internazionale chiamata Bethesda, che distingue diversi gradi di alterazione cellulare:

  • ASC-US: significa che le cellule presentano anomalie di significato incerto, che possono essere dovute a infezioni o infiammazioni. In questo caso si può ripetere il pap test dopo sei mesi o effettuare un test per l’HPV.
  • ASC-H: significa che le cellule presentano anomalie di significato incerto, ma con una maggiore probabilità di essere associate a lesioni precancerose. In questo caso si deve effettuare una colposcopia.
  • LSIL: significa che le cellule presentano lesioni intraepiteliali di basso grado, cioè alterazioni lievi e reversibili, spesso associate a infezioni da HPV. In questo caso si può ripetere il pap test dopo un anno o effettuare una colposcopia.
  • HSIL: significa che le cellule presentano lesioni intraepiteliali di alto grado, cioè alterazioni gravi e potenzialmente evolutive in cancro, spesso associate a infezioni da HPV. In questo caso si deve effettuare una colposcopia e una biopsia.
  • AGC: significa che le cellule presentano anomalie ghiandolari, cioè alterazioni delle cellule che rivestono il canale cervicale. In questo caso si deve effettuare una colposcopia e una biopsia.
  • AIS: significa che le cellule presentano adenocarcinoma in situ, cioè una forma di cancro confinata al canale cervicale. In questo caso si deve effettuare una colposcopia e una biopsia.
  • Carcinoma invasivo: significa che le cellule presentano un cancro che ha invaso i tessuti circostanti al collo dell’utero. In questo caso si deve effettuare una stadiazione del tumore e una terapia adeguata.

Pap test positivo

Un pap test con risultato positivo non significa necessariamente avere un cancro, ma indica la presenza di alterazioni cellulari che possono essere precancerose o cancerose. Queste alterazioni possono essere causate da diversi fattori, tra cui l’infezione da HPV, il fumo di sigaretta, l’uso prolungato di contraccettivi orali o la presenza di altre malattie sessualmente trasmissibili.

Un pap test positivo richiede un approfondimento diagnostico con altri esami, come la colposcopia o la biopsia, che consentono di valutare meglio la natura e l’estensione delle lesioni e di scegliere la terapia più appropriata. La terapia può consistere in:

  • Sorveglianza attiva: consiste nel ripetere il pap test a intervalli regolari per monitorare l’evoluzione delle lesioni, che spesso tendono a regredire spontaneamente.
  • Trattamenti conservativi: consistono nell’eliminare le lesioni precancerose con metodi fisici o chimici, come il congelamento (crioterapia), il taglio (escissione) o la distruzione (ablazione).
  • Trattamenti radicali: consistono nell’asportare il collo dell’utero (conizzazione) o l’intero utero (isterectomia) in caso di lesioni cancerose o ad alto rischio.

Pap test negativo

Un pap test negativo significa che non sono state rilevate anomalie nelle cellule del collo dell’utero. Questo risultato è rassicurante, ma non esclude del tutto il rischio di cancro al collo dell’utero, in quanto il pap test può avere dei limiti di sensibilità e specificità. Per questo motivo, è importante ripetere il pap test ogni tre anni e seguire uno stile di vita sano, che prevede:

  • L’uso del preservativo nei rapporti sessuali per prevenire l’infezione da HPV e da altre malattie sessualmente trasmissibili.
  • La vaccinazione contro l’HPV per le ragazze tra i 12 e i 26 anni e per i ragazzi tra i 12 e i 16 anni, per prevenire l’infezione da alcuni tipi di HPV responsabili del tumore al collo dell’utero e ad altri organi genitali.
  • La riduzione o l’eliminazione del fumo di sigaretta, che aumenta il rischio di cancro al collo dell’utero e ad altri organi.
  • L’adozione di una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura, che apporta antiossidanti e vitamine utili per la salute delle cellule.
  • La pratica regolare di attività fisica moderata, che favorisce il benessere generale dell’organismo.

In conclusione, il pap test è un esame di screening fondamentale per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, una malattia che può essere diagnosticata precocemente e curata efficacemente.

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